Veronika Aguglia
Danzatrice
–
Ventuno metri
Bisogna salire una interminabile scala a chiocciola per trovare il mondo di Veronika Aguglia.
Quassù Veronika, come sempre quando danza, ha aperto per noi forzieri di carta stampata e da essi ha estratto tesori.
Quassù ha vestito le sue parole con la potenza del movimento, le ha animate con la voce, le ha illuminate col suo sorriso aperto e sincero. Bello come solo i sorrisi che popolano le stazioni all’arrivo dei treni, sanno essere. Peccato che in questa immagine non possiate godere dei suoi occhi, finestre aperte sul suo carattere allegro e volitivo.
In una serata calda come la sua terra, di fronte a tanta magia, ho chiesto alla luce di aiutarmi a vestire nel momento del volo la grazia gentile di questa ragazza.
E la luce mi ha ascoltato.
–
Longiano,
27 giugno 2019
Veronika Aguglia
Danzatrice
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Ventuno metri
Bisogna salire una interminabile scala a chiocciola per trovare il mondo di Veronika Aguglia.
Quassù Veronika, come sempre quando danza, ha aperto per noi forzieri di carta stampata e da essi ha estratto tesori.
Quassù ha vestito le sue parole con la potenza del movimento, le ha animate con la voce, le ha illuminate col suo sorriso aperto e sincero. Bello come solo i sorrisi che popolano le stazioni all’arrivo dei treni, sanno essere. Peccato che in questa immagine non possiate godere dei suoi occhi, finestre aperte sul suo carattere allegro e volitivo.
In una serata calda come la sua terra, di fronte a tanta magia, ho chiesto alla luce di aiutarmi a vestire nel momento del volo la grazia gentile di questa ragazza.
E la luce mi ha ascoltato.
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Longiano,
27 giugno 2019
Verba Volant…
Movimento e parola in un’immagine unica ed unita. Due pratiche del volo che trovano compimento nella mia esperienza artistica e umana. La fotografia è la risposta visiva della fusione di due personali necessità, danzare e scrivere.
Nei miei lavori che mi piace definire monologhi per danza o aforismi danzati ci sono due aspetti, il primo riguarda la comunicazione di un contenuto o di un messaggio, una certa neutralità di gesto e verbo, che non si trovano mai in rapporto mimetico o connotativo, semmai distorsivo e sinergico. Il secondo riguarda la ricerca di una dimensione poetica del linguaggio cioè la possibilità che dall’unione di queste due pratiche espressive nasca una terza entità. Un codice che aspira a dire e a fare ciò che è sfuggente ed esaustivo al tempo stesso. Chi guarda e ascolta sceglie se rimanere in volo insieme a chi vola, alato e senza quota, o avere cura dei dettagli per garantirsi un favorevole atterraggio.
Veronika Aguglia