Massimo Pulini

Pittore

Nel mio segno

Massimo lavora nella quiete della campagna, il suo tratto veloce e sicuro fa comparire sul vetro ritratti, o meglio accademiche, con la stessa disarmante facilità, con cui il dito di un bambino inseguendo le gocce di pioggia su di un finestrino, ferma con la condensa le istantanee di un viaggio.

In quello che ha intrapreso negli alfabeti del mondo, Massimo Pulini trasforma i vetri sui quali dipinge in altrettante finestre affacciate sull’armonia dei caratteri, siano essi sanscriti, latini, arabi o ebraici.

Per questo suo ritratto ha chiesto di essere immerso nella sua pittura. Voleva esserci dentro, indossarla come si indossa il vestito preferito, quello al quale la mano inconsciamente corre quando è il momento di prepararsi.

La tecnica fotografica che ho scelto per lui gli ha permesso di dipingere nell’aria mentre lo ritraevo e di sperimentare. Immerso nella sua pittura si è unito concettualmente al suo segno per diventare un tutt’uno con esso, squarciando il buio con il “pennello luminoso” che stringeva nella mano.

E mentre il lampo di luce e le pennellate luminose scrivevano sul sensore della mia macchina fotografica questa storia, centinaia di lucciole alle mie spalle ed attorno a me facevano lo stesso, riempiendo di messaggi l’aria di una delle rare serate amabili di una strana primavera, resa indimenticabile dalla condivisione di questo momento e dal sapore dolce delle prime ciliegie.

Montiano,

24 maggio 2019

 

Massimo Pulini

Pittore

Nel mio segno

Massimo lavora nella quiete della campagna, il suo tratto veloce e sicuro fa comparire sul vetro ritratti, o meglio accademiche, con la stessa disarmante facilità, con cui il dito di un bambino inseguendo le gocce di pioggia su di un finestrino, ferma con la condensa le istantanee di un viaggio.

In quello che ha intrapreso negli alfabeti del mondo, Massimo Pulini trasforma i vetri sui quali dipinge in altrettante finestre affacciate sull’armonia dei caratteri, siano essi sanscriti, latini, arabi o ebraici.

Per questo suo ritratto ha chiesto di essere immerso nella sua pittura. Voleva esserci dentro, indossarla come si indossa il vestito preferito, quello al quale la mano inconsciamente corre quando è il momento di prepararsi.

La tecnica fotografica che ho scelto per lui gli ha permesso di dipingere nell’aria mentre lo ritraevo e di sperimentare. Immerso nella sua pittura si è unito concettualmente al suo segno per diventare un tutt’uno con esso, squarciando il buio con il “pennello luminoso” che stringeva nella mano.

E mentre il lampo di luce e le pennellate luminose scrivevano sul sensore della mia macchina fotografica questa storia, centinaia di lucciole alle mie spalle ed attorno a me facevano lo stesso, riempiendo di messaggi l’aria di una delle rare serate amabili di una strana primavera, resa indimenticabile dalla condivisione di questo momento e dal sapore dolce delle prime ciliegie.

Montiano,

24 maggio 2019

 

Quasi come un medium che aggrega la polvere di un colore e ne permette il fissaggio, la mia mente impasta suoni, sapori, vita e sentimenti, ma di certo la parte più vasta e densa è un abisso di immagini e parole. Da qualche anno ho scelto di fare il giardiniere nel bosco di ricordi e di sensi.

Massimo Pulini