Lorenza Ghinelli

Scrittrice

Compagni di segni

Grazie ad idee molto chiare, e al dover correre perché la natura non aspetta (e i cachi nemmeno), realizzare il ritratto di Lorenza Ghinelli è stato abbastanza semplice.

Nel breve tempo trascorso assieme, Lorenza si è rivelata una donna entusiasta, allegra e sempre pronta alla risata, immagine che mal si attaglia con le storie che animano i suoi romanzi e, alimentando la mia curiosità, anche con alcune presenze che occhieggiano dal suo ritratto.

Su mia richiesta, settimane dopo lo scatto l’ho incontrata nuovamente in un bar del centro.

Seduti a un tavolino, nonostante fossimo quasi estranei, abbiamo cominciato a raccontarci senza difficoltà fin da subito, finendo con lo scoprire che, seppur con storie personali diverse, abbiamo addosso dei segni in comune e, siano essi stigmate o medaglie al valore, sono quelli di chi da piccolo si è fatto grande un pochino da solo.

Lei ha scoperto quelli di un ragazzino educato in collegio, grato per avervi trovato in fretta gli strumenti che gli servivano per affrontare la vita, io quelli di una adolescente giudicata a volte problematica e che “cresciuta nella tempesta”, le sue risposte ha dovuto trovarle da sola: “perché bisogna fare i conti con l’oscurità e rifugiarsi nel proprio silenzio per stare in contatto con la propria ferita”.

Che lavoro fantastico hai fatto Lorenza, così tanta maturità mi ha veramente colpito. E quella luce speciale nei tuoi occhi con la quale affronti la vita poi…

Evviva quindi la mia curiosità, che di fronte alla leggiadria di una bellissima pianta, pur se abbagliato, mi ha spinto a cercare sotto la superficie del suolo le sue radici.

E grazie alla generosità con la quale ti sei raccontata che mi ha permesso di conoscere alcune delle ragioni da cui scaturisce tutta quella bellezza.

Villa Verucchio,

20 novembre 2019

Lorenza Ghinelli

Scrittrice

Compagni di segni

Grazie ad idee molto chiare, e al dover correre perché la natura non aspetta (e i cachi nemmeno), realizzare il ritratto di Lorenza Ghinelli è stato abbastanza semplice.

Nel breve tempo trascorso assieme, Lorenza si è rivelata una donna entusiasta, allegra e sempre pronta alla risata, immagine che mal si attaglia con le storie che animano i suoi romanzi e, alimentando la mia curiosi-tà, anche con alcune presenze che occhieggiano dal suo ritratto.

Su mia richiesta, settimane dopo lo scatto l’ho incontrata nuovamente in un bar del centro.

Seduti a un tavolino, nonostante fossimo quasi estranei, abbiamo cominciato a raccontarci senza difficoltà fin da subito, finendo con lo scoprire che, seppur con storie personali diverse, abbiamo addosso dei segni in comune e, siano essi stigmate o medaglie al valore, sono quelli di chi da piccolo si è fatto grande un pochino da solo.

Lei ha scoperto quelli di un ragazzino educato in collegio, grato per avervi trovato in fretta gli strumenti che gli servivano per affrontare la vita, io quelli di una adolescente giudicata a volte problematica e che “cresciuta nella tempesta”, le sue risposte ha dovuto trovarle da sola: “perché bisogna fare i conti con l’oscurità e rifugiarsi nel proprio silenzio per stare in contatto con la propria ferita”.

Che lavoro fantastico hai fatto Lorenza, così tanta maturità mi ha veramente colpito. E quella luce speciale nei tuoi occhi con la quale affronti la vita poi…

Evviva quindi la mia curiosità, che di fronte alla leggiadria di una bellissima pianta, pur se abbagliato, mi ha spinto a cercare sotto la superficie del suolo le sue radici.

E grazie alla generosità con la quale ti sei raccontata che mi ha permesso di conoscere alcune delle ragioni da cui scaturisce tutta quella bellezza.

Villa Verucchio,

20 novembre 2019

Sopravvivere a certe tempeste ti cuce una responsabilità addosso.

Non è una responsabilità che pesa, io credo che scintilli.

Mettere su carta delle storie in cui le anime falciate rifioriscono è un atto di resistenza, un germoglio di bellezza. Anche raccontare le ragioni del male è una responsabilità, ci rende più affilato lo sguardo, ci abilita a frequentare zone liminari in cui possono compiersi rivoluzioni autentiche.

La scrittura è un mestiere che richiede fatica, come tutti i mestieri. E ha un potere sciamanico, come il suono di certi violini.

Racconto il buio che ho attraversato, nella speranza che alcune persone che ci si sono smarrite possano immaginare una via d’uscita.

L’immaginazione è l’arma più potente che ho incontrato. Solo i poeti sanno usarla. Il resto dell’umanità la subisce.

Lorenza Ghinelli