Barbara Martinini

Coreografa

Quando il freddo avrà raggiunto il mio cuore.

Questo ritratto ha una storia lunga. E per certi versi difficile.

Chiaro fin da subito nella mente di Barbara, è emerso già nel corso del nostro primo incontro nel quale, in un caldo dopopranzo alle soglie del solstizio d’estate, sul tavolino di un bar il mio chinotto ha fatto amicizia con il suo caffè.

Mentre dalle sue parole la scena prendeva forma, ci è apparsa chiara la difficoltà che avremmo potuto incontrare nel trovare il luogo nel quale allestirla; per di più quel giorno, facendomi tremare le vene fotografiche dei polsi Barbara mi ha detto di immaginare per la sua storia l’atmosfera dissacrante e surreale dei lavori di David La Chapelle.

La ricerca del dove, infatti, è poi durata mesi nel corso dei quali la nostra volontà di realizzarla non è mai venuta meno.

Non sono rimaso sorpreso dalla sua tenacia perché il suo corpo parla per lei, esprime al tempo stesso grazia e forza; Barbara è donna misurata, ma tosta e determinata, con la quale condivido la dote della perseveranza, indispensabile per portare a termine sfide difficili come si è rivelata questa.

Finalmente, quando il foliage già vestiva di meraviglia le maestose onde di roccia dell’Appennino, lassù Barbara ha potuto incontrare il suo altare. Quello giusto, sul quale adagiare sé stessa, per sua definizione “In-mort-alata” in questa allegoria della violenza di genere che le donne nella nostra società e più in generale nel mondo continuano a subire.

Mentre sfidava il freddo che albergava tra le antiche mura, ho visto un tremore inconsulto impadronirsi di lei, ma alla mia proposta di sospendere, la sua volontà di entrare nel personaggio le ha fatto rispondere:

Cagli,

24 settembre 2019

Barbara Martinini

Coreografa

Quando il freddo avrà raggiunto il mio cuore.

Questo ritratto ha una storia lunga. E per certi versi difficile.

Chiaro fin da subito nella mente di Barbara, è emerso già nel corso del nostro primo incontro nel quale, in un caldo dopopranzo alle soglie del solstizio d’estate, sul tavolino di un bar il mio chinotto ha fatto amicizia con il suo caffè.

Mentre dalle sue parole la scena prendeva forma, ci è apparsa chiara la difficoltà che avremmo potuto incontrare nel trovare il luogo nel quale allestirla; per di più quel giorno, facendomi tremare le vene fotografiche dei polsi Barbara mi ha detto di immaginare per la sua storia l’atmosfera dissacrante e surreale dei lavori di David La Chapelle.

La ricerca del dove, infatti, è poi durata mesi nel corso dei quali la nostra volontà di realizzarla non è mai venuta meno.

Non sono rimaso sorpreso dalla sua tenacia perché il suo corpo parla per lei, esprime al tempo stesso grazia e forza; Barbara è donna misurata, ma tosta e determinata, con la quale condivido la dote della perseveranza, indispensabile per portare a termine sfide difficili come si è rivelata questa.

Finalmente, quando il foliage già vestiva di meraviglia le maestose onde di roccia dell’Appennino, lassù Barbara ha potuto incontrare il suo altare. Quello giusto, sul quale adagiare sé stessa, per sua definizione “In-mort-alata” in questa allegoria della violenza di genere che le donne nella nostra società e più in generale nel mondo continuano a subire.

Mentre sfidava il freddo che albergava tra le antiche mura, ho visto un tremore inconsulto impadronirsi di lei, ma alla mia proposta di sospendere, la sua volontà di entrare nel personaggio le ha fatto rispondere:

Cagli,

24 settembre 2019

In mort’alata

Due capelli, un trucco e quattro piume, oggi va così!

Barbara Martinini