Graziano Spinosi

Scultore

Senza paura

Un tuffo a capofitto, un bagno rinfrescante e persino l’amore, nell’abbraccio dell’acqua sono momenti che chiunque può assaporare. Ma il nuoto non è per tutti, soprattutto quando si tratta di grandi distanze.

Graziano Spinosi è artista poco, se non per nulla, incline al compromesso. Ha messo la sua esistenza a disposizione della ricerca artistica senza riserve, sia che le personificazioni delle sue idee abbiano la forma di un grande Foresta di metallo o quella di una delicata geometria orientale dove la cera d’api è contenuta dall’eleganza dei bambù, oppure delle cento paia di scarpe, straordinariamente diverse e stravaganti, che ha dedicato ad altrettante figure del mondo delle arti e della cultura.

Apostolo della supremazia dell’opera d’arte sull’artista, per garantire l’esistenza della prima, predica la “morte” dell’ego, la sua totale scomparsa dalla scena, accettando il rischio concreto di trovarsi a vestire gli scomodi panni di un moderno Sisifo che deve far rotolare la propria pesante pietra sulle salite della quotidianità, per poter poi godere della ebbrezza inebriante nelle discese a perdifiato della creazione.

Conoscevo Graziano, ma per poter mettere in scena questo suo ritratto ho avuto modo di ormeggiare la mia piccola scialuppa creativa al suo veliero e di apprezzare la profondità del suo pensare, la sua sensibilità e correttezza, la sua grande cultura ed esperienza, emersa pienamente nella realizzazione di quanto si è re-so necessario per dar forma ad un pensiero potente.

Caratteristiche queste che gli permettono, come solo ai grandi nuotatori, di solcare il mare di cera della vita forgiandolo e, confortati solo dalla piccola pozza di luce della propria conoscenza e ripetendo il mantra ipnotico della bracciata, nuotare senza paure verso l’Orizzonte. Incuranti di quale sia la distanza che separa da esso.

Santarcangelo di Romagna,

18 febbraio 2020

Graziano Spinosi

Scultore

Senza paura

Un tuffo a capofitto, un bagno rinfrescante e persino l’amore, nell’abbraccio dell’acqua sono momenti che chiunque può assaporare. Ma il nuoto non è per tutti, soprattutto quando si tratta di grandi distanze.

Graziano Spinosi è artista poco, se non per nulla, incline al compromesso. Ha messo la sua esistenza a disposizione della ricerca artistica senza riserve, sia che le personificazioni delle sue idee abbiano la forma di un grande Foresta di metallo o quella di una delicata geometria orientale dove la cera d’api è contenuta dall’eleganza dei bambù, oppure delle cento paia di scarpe, straordinariamente diverse e stravaganti, che ha dedicato ad altrettante figure del mondo delle arti e della cultura.

Apostolo della supremazia dell’opera d’arte sull’artista, per garantire l’esistenza della prima, predica la “morte” dell’ego, la sua totale scomparsa dalla scena, accettando il rischio concreto di trovarsi a vestire gli scomodi panni di un moderno Sisifo che deve far rotolare la propria pesante pietra sulle salite della quotidianità, per poter poi godere della ebbrezza inebriante nelle discese a perdifiato della creazione.

Conoscevo Graziano, ma per poter mettere in scena questo suo ritratto ho avuto modo di ormeggiare la mia piccola scialuppa creativa al suo veliero e di apprezzare la profondità del suo pensare, la sua sensibilità e correttezza, la sua grande cultura ed esperienza, emersa pienamente nella realizzazione di quanto si è re-so necessario per dar forma ad un pensiero potente.

Caratteristiche queste che gli permettono, come solo ai grandi nuotatori, di solcare il mare di cera della vita forgiandolo e, confortati solo dalla piccola pozza di luce della propria conoscenza e ripetendo il mantra ipnotico della bracciata, nuotare senza paure verso l’Orizzonte. Incuranti di quale sia la distanza che separa da esso.

Santarcangelo di Romagna,

18 febbraio 2020

Il nuotatore

Cominciò disabituandosi agli orologi. Col tempo si liberò di quanto non era più indispensabile. Abbandonò le abitudini che avrebbero scandito ancora le sue giornate. Si separò dall’origine delle parole, dall’avvenenza dei numeri e imparò un’altra volta a nuotare.

Graziano Spinosi