Per Storie, mi sono scelto il ruolo di facilitatore. Di colui che aiuta nel trasformare un sogno altrui in realtà.
Per la copertina del libro, era chiaro che non avrei potuto scegliere nessuno dei ritratti che avevo realizzato. Farlo sarebbe suonato come una preferenza.
Mi sono quindi affidato alla pagina bianca che ho messo davanti ai miei soggetti.
Su di essa sono presenti alcune piccole crocette in ordine sparso (il cui significato si evince sfogliando il libro) e, al centro, una nicchia vuota rappresentare il ritratto che non c’era.
Segni leggeri, solo suggeriti da colori tenui e ombre perché uno sguardo frettoloso difficilmente li possa percepire, per costruire un vuoto che incuriosisca e spinga a soffermarsi per osservare meglio.
Questo libro, fatto di immagini e parole, chiede al lettore un po’ di impegno in più rispetto al classico libro di fotografia e fin dalla copertina invita a prender tempo, a lasciare da parte la fretta.